E fu così che Goodreads ammazzò il giveaway, quanto meno quello fatto da autori italiani scarsini, come lo sono io. Quelli per capirci che non possono permettersi di buttare un centinaio di euro, minimo, per pagare il servizio in questione, ora a pagamento. Naturalmente questo non rappresenta un problema per autori di lingua inglese, con un ampio mercato potenziale che può giustificare l’investimento. Neppure per le case editrici, che peraltro non credo lo sfrutteranno più di tanto. Forse nemmeno per i pochi autori italiani che fanno un po’ di numeri seri all’estero.
Ma di fatto, per noi altri, il giveasway di Goodreads è morto e defunto.
Pace all’anima sua.
Amen.
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