C’era una volta un sito online dove venivano proposte idee e progetti innovativi, a volte davvero geniali, che oggettivamente sembravano in grado di rivoluzionare alcuni aspetti della nostra vita, piccoli o grandi. A dire il vero ce n’erano anche più di uno, presentavano poche idee, pochi progetti, di solito uno per volta, e credo fossero anche molto selettivi in ciò che decidevano di lanciare.
Poi si raccoglievano fondi e la gente in qualche modo partecipava alla realizzazione concreta di quei sogni, di quei progetti, di quelle idee. Li seguivo con gioia e stupore, ogni volta era fantastico vedere cosa usciva fuori di nuovo, davvero uno spasso per una mente curiosa e pragmatica come la mia.
Poi sono cominciati a venir giù soldi a pioggia. I siti hanno cominciato a presentare idee un po’ meno buone, un po’ meno originali, meno determinanti, e i soldi continuavano ad arrivare. E siamo passati alle ideuzze, carine, furbe, ma non certo importanti. Poi ai gadget, ai giochini, fino ad arrivare alle menate senza senso, neanche tanto originali.
Ma i soldi arrivano ancora, a palate, a secchiate, a valanghe.
Cosucce che una volta si compravano da 50 cents, che non spiccherebbero troppo neppure negli scaffali dello spaccio cinese di quartiere, vengono presentati come fossero genialate. E vendono. Rendono ricchi gli “ideatori”.
Siamo alla bolla delle idee. O forse è l’eccesso di denaro. Non so, però la cosa mi inquieta, perché non serve più avere delle buone idee, inventare una soluzione innovativa, un nuovo materiale, un approccio diverso a un problema. Oggi basta vestire un prodotto per benino, usare le leggi del marketing e preparare la carriola il camion per ritirare il denaro alla cassa.
No, non penso sia un bene.
Scrivi un commento