Non sembra ma è già passato un anno dal lancio di Baby Boomers. I miei amici più vicini sanno che pubblicare questo libro era una necessità, più che una scelta. Un libro sbagliato sotto molti punti di vista. Perché non focalizza un genere preciso, per il tema e il messaggio che a qualcuno puzzerà di politica, perché pubblicato autonomamente.
Di certo non è un libro perfetto e accetto le critiche che alcuni degli amici, professionisti editoriali, mi hanno fatto. Tecnicamente ci sarebbe ancora da lavorare, a volerlo pubblicare con un editore, ma non penso sia scritto in maniera indecente e da quanto mi arriva dai lettori sconosciuti, purtroppo pochi, non sono l’unico a pensarla così.
Mi rendo conto che molti avrebbero agito diversamente da me, che avrebbero covato il romanzo di esordio per una decina d’anni, fino a renderlo perfetto, ma io sono di un’altra pasta, io devo completare le cose e passare oltre. Quello che mi interessa è fare qualcosa di buono e migliorare di volta in volta. Un passo alla volta, con tenacia e determinazione, finché avrò la possibilità di farlo.
A un anno di distanza non sono pentito di nulla. Ho fatto le cose che ritenevo giuste e ne sono ancora convinto. Ci sono voluti circa due anni per arrivare alla pubblicazione, molte revisioni personali, un editing professionale, un lavoro fantastico sulle copertine, attività che mi ha fatto conoscere delle belle persone. Nel mio bilancio personale l’esperienza fatta e la gioia provata sarebbero già elementi sufficienti per rendermi soddisfatto dell’impresa.
Ma un autore vuole anche essere letto. Venendo dall’esperienza precedente di Madre Terra, cento copie in tre anni, mi ero posto un obiettivo un pochino più ambizioso: venderne il doppio in un solo anno. Non ci sono riuscito, forse perché il libro non è abbastanza buono da innescare il passa parola, forse per la sua caratteristica di non appartenere ad alcun genere, forse perché dopo un primo periodo in cui mi sono dato da fare ho smesso di spendere il mio tempo nella promozione.
Non ci sono arrivato ma sono comunque soddisfatto, in un anno sono andate via oltre 160 copie pagate, più quelle gratuite, poche in assoluto, ma abbastanza da poter dire che sono stato letto al di fuori della cerchia dei miei amici e parenti. Molto peggio è andato Fughe, la mia raccolta di racconti di fantascienza, appena sessanta copie vendute. Stranamente altrettante ne ha fatte Teutovirus, un racconto che è oltretutto contenuto in Fughe ma viene venduto anche singolarmente. Sarà il prezzo di 99 centesimi, sarà la copertina allettante, sta di fatto che ha fatto quasi meglio della raccolta completa.
Molti autori tengono i loro numeri privati, in particolare se sono piccoli come i miei, ma credo che non ci si dovrebbe vergognare di quello che è un dato di fatto. Rivelarli aiuta anche a sfatare alcune leggende sulle vendite, sui quattrini che se ne possono fare. Migliaia di copie sono volumi alla portata degli autori indie, posso portare esempi che lo confermano, ma ci sono poi tutti gli altri, autori come me che viaggiano contando le decine o le centinaia.
In ogni caso ho fatto dei passi avanti e conosco solo un modo per continuare in questo processo. Da qualche giorno ho ricominciato a scrivere dopo una lunga pausa. Non so cosa ne verrà fuori, ma i motori sembrano piuttosto caldi, si ricomincia. Ci vediamo più avanti, se avete voglia venitemi dietro.
P.S.
Chi ha letto il libro non dovrebbe stupirsi dell’immagine che apre l’articolo. Chi non l’ha letto…
Io l’ho letto circa un anno dopo, un paio di settimane fa (da ibs, che un po’ mi spiace perché è amazon che fa il grosso delle vendite, ma mi fa usare paypal che è troppo comodo per rinunciare….)
Sono lento a smaltire la coda dei libri che voglio leggere!
Anche io sono lento, quest’anno in particolare, sono tanti i libri che voglio leggere. Che ti è sembrato baby boomers?
Le mie “note di lettura”: goo.gl/W6ZtAs
Non è un vero blog, sono solo note sparse su quel che leggo, per costringermi moralmente ad appuntarmi delle impressioni e non affidarmi alla mia (scarsa) memoria.
Riassunto: è un libro coraggioso e lontano dalle strutture ben rodate, quindi tanto rispetto per essere riuscito a farlo funzionare cos bene!
Grazie mille Andrea!
Sbaglio o hai scelto di scrivere in maniera indipendente?
Ancora non ho letto nulla di tuo, a parte il tuo blog, ma un giorno leggerò il tuo romanzo. Mi sto incuriosendo.
Comunque una cosa bella dei libri è che non hanno scadenza. Ecco perché gli atri due libri, anche se sono racconti, hanno vendite variabili ma forse sono collegate al tuo romanzo.
Quindi ti auguro di “sfornare” tante altre storie che possano piacere a chi ti segue.
Se devo essere sincero ho iniziato a scrivere per la curiosità di provare la piattaforma Amazon. Ma sono sempre stato tendente all’approccio indie, già con il software. Una volta iniziato a scrivere racconti ci ho preso gusto. Dopo il romanzo, con un livello nuovo di consapevolezza dei miei limiti, mi sono preso una pausa ed ho ripreso da poco.
Ma sì, penso che non ci sia modo migliore per farsi conoscere che continuare a scrivere.