Il gatto non adulterato
Terry Pratchett
Non ho idea di come sia capitato che Terry Pratchett scrivesse un libro del genere, probabilmente è stato costretto dal suo felino (dai suoi felini?), sta di fatto che l’ha scritto, e io ho avuto l’estremo piacere di leggerlo.
Diciamolo subito, questo è un libro per chi possiede convive con uno o più gatti e malgrado questo li ama. Se appartenete come me a questa categoria vi ritroverete di continuo, durante la lettura, a ridere come deficienti, ritrovandovi perfettamente in ogni cosa raccontata, per quanto bislacca sia.
Se poi il vostro gatto che vive con voi non appartiene a una linea dinastica di alto lignaggio, ma vi è capitato per casa apparentemente per caso, se il vostro insomma è un gatto vero, non adulterato, dovrete ammettere che Pratchett di gatti se ne intende. Perché il libro è una lettura piacevole per tutti, ma solo chi con questi meravigliosi animali è convissuto a lungo può capire quanto sia realistico nel suo umorismo il nostro compianto Terry. E diciamolo, se pensate che i gatti vadano tenuti prigionieri in casa, perché così non corrono rischi, in alcune cose non vi troverete, perché in Inghilterra i gatti hanno tutti libero accesso all’esterno, e cose così possono assolutamente succedere (come d’altra parte è capitato a me):
Sapete dove passa il tempo il vostro gatto quando non è a casa? Vale la pena controllare se i vicini di casa più distanti non abbiano per caso un gatto delle stesse dimensioni e dello stesso colore. Succede.
Ecco, tanto per capirci. Tutto il libro è quello che vi si può aspettare da Terry Pratchett, ironia e verità, dolcezza e sarcasmo, surrealismo e concretezza. Be’, non sto a perdere tempo, a me è piaciuto troppo, ma io adoro Terry e vado pazzo per i gatti…
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