Brutta come la morte: essere eroici non è roba per apprendisti
Mala Spina
Mi servirebbe qualche altra decina, o forse centinaia, di anni per poter leggere una frazione di tutto quello che ho messo nella mia coda di lettura ufficiosa. Morirò con questo cruccio, ma non senza aver tentato.
L’autrice la conoscete già, nelle copertine di Baby Boomers e Fughe c’è il suo zampino, è proprio il caso di dirlo. Ma oggi parliamo del libro.
“Brutta come la morte” è un romanzo fantasy di stile umoristico su un impianto avventuroso (alla sword & sorcery), qualcosa che assomiglia in certi approcci al mondo piatto di Pratchett, tanto per inquadrare il genere. La protagonista è Zira, una ragazza che, oltre alle varie sfighe più o meno comuni dalle sue parti, si ritrova con una faccia piuttosto sgradevole, al punto da doverla coprire il più possibile. A questo suo difetto compensa una mente piuttosto sveglia, anche se prima di istruzione, e un carattere che la rende subito simpatica al lettore.
L’avventura non sarà troppo complicata né ricca di particolari risvolti epici, ma gradevole da seguire e abbastanza ben congegnata da incuriosire. La ragione principale che mi ha spinto ad apprezzare la lettura è l’ironia sempre presente e una certa dose di comicità. Mi rendo conto che citare Pratchett impone dei confronti da cui è difficile uscire bene, tuttavia molti aspetti di questo libro mi hanno ricordato proprio il grande Terry e ho il sospetto che alcune scelte dell’autrice siano una sorta di tributo a questo grande autore. Dal personaggio particolare che assumerà Zira a servizio, la cui impronta è secondo me nettamente influenzata da un amore per i personaggi di Pratchett, per proseguire con l’ambientazione cittadina, i toni surreali, la semplicità della protagonista, così tipica dei non eroi di Discworld, per finire con un richiamo forte a un certo baule.
L’operazione, sia essa volontaria o semplice frutto dell’amore per quell’autore, non infastidisce e anzi rende il libro divertente e veloce da leggere. Non sono in grado di valutare lo stile o le capacità letterarie di Mala Spina, io stesso sono un apprendista, ma il romanzo l’ho letto con piacere, mi ha divertito e invogliato a prendere anche gli altri due già pubblicati appartenenti allo stesso “ciclo”. Questo in realtà sarebbe stato il terzo volume ma non mi pare sia necessario seguire un ordine di lettura particolare.
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