Giorni fa ho festeggiato il compleanno di una cara amica. Una bella festa in famiglia.

Mi sono ritrovato a sfogliare alcune foto scattate durante la serata, in particolare mentre guardavo quella che ritraeva la mia amica e sua figlia maggiore mi è uscito dalle labbra un “bellissime”. A quel punto mi sono soffermato a pensare a quella parola, bellissime. Una riflessione che mi sono covato dentro qualche tempo, in sottofondo.

Quando usiamo questa parola, non sempre, ma a volte, non parliamo della bellezza fisica. O almeno, non solo.

Quello che percepiamo è qualcosa di diverso, più impalpabile, che afferisce al mondo interiore. Si dice: “belli dentro” e tutti sappiamo cosa significa. Ma a volte, solo in certi momenti speciali, questa bellezza interiore si fa talmente forte da essere visibile agli occhi. C’è qualcosa di reale, oserei dire di materiale. Fatto di segnali, di piccoli particolari. Fatto di sguardi e sorrisi, di postura, di fiato trattenuto o sospiri. Della forza con cui viene stretto un abbraccio.

Forse è semplicemente la percezione dell’amore. Di quel genere di amore fraterno, filiale, amicale, che può scorrere anche tra partner, ma che non ha niente di sessuale. Amore gratuito, nel termine più vero del termine. Amore che non si aspetta rendimento, né soddisfazione. Quando lo cogli, quando intercetti quell’attimo di sospensione in cui tutto sembra fermarsi, solo allora lo comprendi. Ne vedi materialmente l’esistenza. Ed è questo, credo, che rende le persone “bellissime”. Al di là dell’aspetto, oltre le età, senza bisogno di spiegazioni, di ragioni.

E, niente, vi auguro di incontrare tanta gente così, bellissima.