– Non capisco perché non ti piace giocare – disse Marco.
– Se fossi donna capiresti – rispose Maria scocciata.
– Ma che c’entra?
– Fatti donna e prova, così vedi!
Prese i libri e se ne andò salutando con un cenno; doveva prendere il bus.
Marco rimase perplesso. Che voleva dire? Cosa cambiava? Decise di provare.
Accese il computer e avviò il gioco. Invece del solito personaggio ne creò uno nuovo.
Lo fece femmina, una maga elfa, di nome Alma.
Si divertì a modificarla: allargò il seno e i fianchi, sfinò la vita, abbellì il viso.
– Ecco qui – esclamò alla fine soddisfatto – è proprio una gran figa!
Entrò nel gioco nei panni di Alma, tanto per vedere se c’erano differenze.
Il primo messaggio arrivò subito, da un certo Squirt.
– Ciao
– Ciao – digitò Marco – mi dai una mano?
– Sono Luca come ti kiami?
– Marco
– Ma non sei donna?
– Eh no
– Ah va be’ ciao
Ecco una differenza – pensò Marco – se sei femmina ti aiutano, altrimenti no.
Arrivò subito un altro messaggio, stavolta da Kulio.
– Ciao sei m o f?
– Sono Alma, mi dai una mano?
– Certo ma sei f?
– Sì, non si vede?
– Mi mandi un bacio?
Marco non rispose.
– Dai ti aiuto – continuò Kulio. – Andiamo da questa parte, ti faccio fare i livelli. Sei di Roma?
– Grazie! Sì sono di Roma – rispose Marco
– E dove abiti?
– Dai smettila, giochiamo
– Dammi il telefono che ti chiamo, sei carina come in gioco?
– Eh, come no…
– Quanti anni hai?
– 17
– Io 35, se ci vediamo ti faccio divertire, ho una bella casa.
– Ma che dici?
– Se ci stai ti regalo un cellulare, dai che ti faccio godere troietta
Ma che porco – pensò Marco e chiuse il gioco disgustato.
Rimase a guardare il dialogo sullo schermo ripensando alle parole di Maria.
Dopo un po’ prese il cellulare e la chiamò.
– Maria?
– Marco, che c’è, sono ancora sul bus.
– Volevo chiederti scusa.
– Per cosa?
– Per tutto.
Lei rise: – Va be’ sei matto, ci vediamo domani e me lo spieghi eh?
– Va bene, ciao.
Prese un foglio e col pennarello rosso ci scrisse sopra quelle due parole, grandi e ripassate più volte:
FATTI DONNA
Con lo scotch lo attaccò al muro, accanto alla foto di Totti.
Non voleva dimenticarle.
Mai più.
Scrivi un commento