Full Disclosure: Sono dipendente Telecom, anche se non in una posizione che mi permetta di acquisire informazioni che abbiano qualche rilevanza sul mercato. Ho anche un investimento in azioni Telecom Italia Risparmio, piccolo in valore assoluto, ma significativo sul totale dei miei investimenti. Questo messaggio non è un invito all’investimento, non sono in grado di dare consigli finanziari, se basate le vostre decisioni finanziarie su questo articolo lo fate a vostro rischio e pericolo, sono bravissimo a perdere soldi da solo, non venite a farmi compagnia.
Sulla storia di Telecom Italia tornerò con calma, perché vale la pena raccontarla e rifletterci sopra, specialmente se, come me, si ha la tendenza a votare a sinistra, e contemporaneamente si ha la pretesa di non rinunciare a pensare con la propria testa.
Per ora mi piace parlare di qualcosa che riguarda più semplicemente Telecom Italia come azienda quotata in borsa, e come investimento.
Partiamo da un paio di grafici.
Un disastro no ? Anche confrontandolo con l’andamento (in rosso) dell’indice S&P MIB le cose sono andate malissimo per il titolo Telecom, per non parlare delle risparmio.
Non sono un analista finanziario, non ne ho le competenze ne la qualifica, e non ho informazioni da insider che mi diano qualche vantaggio rispetto all’investitore medio, ma rimango colpito da quanto è successo la settimana scorsa quando Bernabé ha annunciato il piano Telecom per i prossimi 3 anni.
Un crollo verticale, enorme. Come giustificare una cosa del genere? Cosa c’è nel piano annunciato venerdì che ha causato questo crollo?
La risposta non è in quello che c’è nel piano, ma in quello che non c’è. Gli investitori, e pare anche gli analisti, si aspettavano non so bene quale miracoloso colpo di genio, qualche clamoroso annuncio, qualche fuoco d’artificio, magari assolutamente impossibile o irrealistico, che facesse risorgere il titolo.
Invece il buon Bernabé si è presentato con un bel piano realistico, serio, senza promesse “elettorali”. Un piano su cui può mettere la mano sul fuoco, riservandosi ovviamente di farsi il culo (e farlo fare anche a noi dipendenti naturalmente) per migliorarlo.
Ma senza cazzate, senza invenzioni, senza bacchette magiche, scorciatoie o belle invenzioni.
E tutti sono corsi a vendere.
La cosa divertente è che non ci sono misteri, non ci sono novità, la situazione Telecom era conosciuta a tutti, ma chissà perché solo venerdì questa situazione è diventata per gli analisti evidente. Arriveranno sicuramente ora le modifiche delle raccomandazioni, tutte al ribasso vedrete, e il titolo scenderà ancora.
Ora, io non so se la valutazione attuale del titolo sia sbagliata, ma certo il mercato NON ha sempre ragione, perché se ha ragione ora, allora aveva torto marcio un mese fa.
Io avevo in portafoglio un bel po di Telecom risparmio, da un bel po di tempo, perché mi piace avere le azioni della società dove lavoro, ma venerdì ne ho caricate altre, perché personalmente il modo di lavorare di Bernabè piace, perché anche con la riduzione del dividendo a questi prezzi siamo sempre a un sei per cento netto e sono convinto che anche nei prossimi anni lo avremo, perché c’è la possibilità di una conversione delle risparmio, e perché infine, io sono un contrarian, e negli anni questo tipo di investimenti mi ha sempre fatto fare soldi. Magari a lungo termine, ma non ci ho mai rimesso.
In periodi come questo in cui tutto scende, senza cercare di trovare per forza il momento del picco negativo, ci sono secondo me molte occasioni per chi ha pazienza e la forza per reggere anche perdite potenziali di rilievo. C’è ancora parecchio spazio per scendere ancora e forse si può aspettare proficuamente per nuovi minimi, anche fino al 2009, ma un’occhiata a certi titoli che hanno valore reale dentro e che cominciano a trattare a prezzi interessanti può dare buone soddisfazioni.
Ne riparliamo tra un anno, ma anche due…
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