Il concetto di informazione si evolve, troppo rapidamente per il mio misero cervello, e così mi ritrovo a non capirlo più completamente.
Continuo a pensare che, dato un fatto, l’informazione che lo riguarda dovrebbe essere univoca, almeno quando parliamo di fatti concreti e misurabili.
Certo non posso pretendere che Berlusconi e Veltroni quando parlano di sondaggi siano d’accordo sulle cifre riportate (e noto con una mesta soddisfazione che Silvio parla e agisce come se fosse lui ad inseguire la vittoria e non viceversa).
Ma quando parliamo di numeri, come ad esempio il numero di delegati vinti dai due candidati democratici alla presidenza USA, mi chiedo come è possibile avere dati così variegati come quelli che si leggono in questi giorni su articoli pubblicati dai vari giornali online quasi contemporaneamente.
I numeri come potete vedere variano moltissimo. La verità si intravede sul sito del sole 24 ore, dove da una tabellina si capisce come questi dati siano tutt’altro che consolidati. In pratica sono stime, e come tutte le stime, soggetti a revisione.
Il problema di fondo è che chi scrive un articolo, o pubblica una notizia, ha la possibilità in questi casi di scegliere tra le tante stime quella che più favorisce il suo intento. Che lo faccia un politico come Veltroni o Berlusconi è comprensibile, che lo faccia un giornalista un po meno.
Ma forse sono io che mi illudo e continuo a vedere il giornalismo con occhi vecchi.
E stanchi.
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