Questo che vado ad illustrare è realmente un metodo sicuro per fare una montagna di soldi in Borsa, probabilmente realizzabile solo in Italia, ma ancora diffusamente utilizzato.

E non è neanche troppo complicato, se siete nelle condizioni di poterlo utilizzare.

  1. Create un’azienda medio piccola di successo, possibilmente in un settore con grande appeal ed immagine. Non importa che faccia soldi, basta che tutti ne parlino o che sembri che “potenzialmente” possa fare un sacco di soldi. Se possibile invece di crearla da zero provate ad ereditarla dai vostri genitori, è molto più comodo e meno faticoso. Se non riuscite a nascere dall’utero giusto non vi rimane che farvi venire una buona idea, raccattare capitali da qualche venture che annusa l’affare e dotarvi di grande faccia di culo.
  2. Quotate la vostra azienda in Borsa. Non sarà complicato trovare una banca o due in grado di darvi tutto il supporto necessario all’operazione. Ovviamente, e questo è il fatto critico, dovete fare in modo da rimanere proprietari di almeno il 60-70% del capitale in modo da rimanere di fatto i padroni totali dell’azienda. In questa fase la scelta dei tempi di quotazione e l’investimento di un po di soldi per il marketing delle azioni è essenziale, ma naturalmente le banche e i consulenti che vi supporteranno nell’operazione sanno benissimo come si deve fare per massimizzare il prezzo di vendita. La quotazione deve avvenire nel pieno di una bella bolla borsistica, perché guadagnare tanto quando si può guadagnare tantissimo?
  3. Una volta massimizzato il prezzo di vendita la vostra azienda si ritroverà in cassa una bella cifra liquida con la quale potrete a scelta fare investimenti seri nel business trasformando una tigre di carta in qualcosa di concreto, oppure far sparire i soldi attraverso operazioni che in qualche modo portano denari nelle vostre casse (rigorosamente in paradisi fiscali).
  4. Nel contempo iniziate una campagna volta a far crollare il prezzo delle azioni. Diffondete dati non proprio brillanti sul business, voci negative etc etc. L’obiettivo è far scendere il prezzo sotto al cinquanta per cento di quanto messo in quotazione. Più è basso meglio è.
  5. Quando il prezzo sarà diventato molto molto basso iniziate una campagna di buy back, ma con la massima attenzione a non far salire il prezzo delle azioni.
  6. A questo punto attendete un periodo di borsa negativo in cui ovviamente, anche grazie a qualche altra voce e dato, le vostre azioni crolleranno ulteriormente. Finalmente proponete un delisting delle azioni (siete l’azionista di maggioranza assoluta, fate quello che volete) e lanciate un’opa ad un prezzo vergognosamente basso ma in linea con le quotazioni disastrate dell’ultimo periodo borsistico.
  7. Una volta conclusa la fase di delisting, a seconda della strada intrapresa al punto 3, se l’azienda si è trasformata in un vero business potete tenervela e fare profitti oppure venderla sul mercato. Se invece è un sarchiapone finto che non renderà mai una lira, sia che sia carico ancora dei soldoni ricavati dalla quotazione, sia che siate riusciti a far sparire quegli stessi soldoni in maniera inattaccabile dal punto di vista legale, potete passare a liquidarla e mettervi in tasca il ricavato.

Ridete? Perché mai? Questo è quanto accade continuamente nella nostra Borsa. Fate un’analisi delle IPO degli ultimi 3-4 anni e ditemi se non trovate qua e la qualcosa di simile, magari non così sfacciato, ma certamente vicino a questa realtà.

La verità è che molto molto raramente le nostre società che si quotano diventano public company, o almeno contendibili. Nella quasi totalità dei casi invece si tratta di aziende familiari che rimangono tali anche dopo la quotazione, con tutto ciò che questo comporta. Nessuna possibilità di OPA ostile o takeover, generalmente poca attenzione agli azionisti di minoranza e possibilità sempre presente di un delisting che vi lasci a piangere sulle perdite realizzate.

Non è una bella cosa, non è un bel segnale, e secondo me andrebbe normata meglio la gestione delle quotazioni e dei delisting proprio per evitare che chi ha creduto in un business ed ha comprato in IPO si ritrovi poi estromesso dallo stesso business a prezzi stracciati magari proprio quando arriva il momento di raccogliere i frutti.

Ma non credo che ci saranno cambiamenti, perciò, se siete imprenditori, se possedete una media azienda di successo o di nome, preparatevi alla quotazione, durante la prossima bolla di borsa.