collaborare: Lavorare insieme, contribuire alla realizzazione di un progetto, partecipare ad un’attività comune.

Prosegue il mio viaggio tra le parole in via di estinzione. Oggi tocca a collaborare.

L’etimologia è alla portata di tutti: cum laborare, dal latino lavorare insieme. Non c’è molto da spiegare, e la definizione potrebbe far pensare che si tratti di una parola piuttosto comune visto che la maggior parte delle attività umane sono basate sul lavoro comune.

In realtà collaborare e collaborazione sono parole fin troppo usate ma un po meno praticate di quel che si dovrebbe.

La nostra società e specialmente la nostra economia, pur utilizzando il concetto di collaborazione, in realtà lo interpreta in una strana maniera.

Se infatti è vero che a tutti noi capita di lavorare assieme, è anche vero che questo accade raramente in maniera spontanea, e sempre più spesso le persone collaborano solo in funzione del loro interesse immediato, diretto e strettamente personale.  E questa secondo me non è la forma più nobile e pura di collaborazione.

Molto più spesso invece succede l’esatto contrario. Quando il vantaggio personale non è evidente ed immediato gli uomini tendono a non collaborare. Anzi, consciamente o inconsciamente, l’individualista moderno tende a danneggiare gli altri, e spesso anche se stesso.

In un divertente libricino dal titolo: “Allegro ma non troppo – Le fondamentali leggi della stupidità umana” Carlo Cipolla tra il serio ed il faceto, da una definizione di stupidità che mi ha colpito molto.

Definisce stupido quell’essere umano che in una certa situazione preferisce perdere qualche cosa pur di non agevolare un’altra persona. In senso esteso potremmo dire che è stupido chi compie azioni che danneggiano in maniera ingente gli altri pur non ottenendo in cambio un vantaggio significativo, o addirittura subendo anch’esso un certo danno. Anche in presenza di un’alternativa in cui magari sarebbe stato possibile ottenere un piccolo vantaggio personale concedendo ad altri un grande vantaggio.

Detta così sembrerebbe una cosa assurda, ma in realtà si tratta di un comportamento molto diffuso e che potrete riconoscere facilmente nelle persone che vi circondano e, perché no, anche in voi stessi.

Io credo di poter considerare un comportamento “non collaborativo” come un buon esempio di stupidità secondo il modello di Cipolla (serio o faceto che sia).
stupido.png Qui di fianco un semplice esempio di vita reale dove diviene molto evidente questo tipo di atteggiamento.

Immaginiamo una via con un semaforo in fondo ed una bella fila di macchine bloccate. In questa immaginaria fila il nostro soggetto è alla guida della macchina blu contrassegnata dalla lettera A. Le macchine davanti a lui sono bloccate, il semaforo è rosso. Alla destra di A c’è una strada con un’altra fila di macchine.

Il conducente della macchina A potrebbe fermarsi, lasciar passare tutta la fila di macchine B, senza subire alcun danno immediato significativo. Non impiegherà di meno ostruendo l’incrocio.

D’altra parte ostruendolo danneggerà significativamente tutte le macchine nella fila B.

Se un numero considerevole di persone adottassero un comportamento “collaborativo” in queste situazioni si avrebbe per tutti un vantaggio, perché prima o poi a tutti capiterà di trovarsi nella situazione B.

Se un numero considerevole di persone adottasse invece il comportamento non collaborativo “stupido” non ci sarebbero vantaggi significativi per nessuno, mai. Anzi alla lunga tutti ci troveremmo nella situazione B a dover aspettare inutilmente a causa del comportamento stupido di cui sopra.

È solo un piccolo esempio ma ce ne sono infiniti, per strada, sul lavoro, persino a casa. Comportamenti non collaborativi dovuti alla mancanza di un vantaggio personale immediato, ma irrimediabilmente “stupidi” e fonte di grandi svantaggi per la comunità e per noi stessi.

Certo è utopico pensare che le persone rinuncino a dei vantaggi personali per il bene della comunità, ma non mi sembra troppo pretendere che la gente si sforzi almeno di evitare i comportamenti “stupidi” che comportano danni per loro e per gli altri.