frugale: moderato nel mangiare e nel bere, sobrio, modesto, semplice

Frugale è una parola in via di estinzione. Non tanto perché non venga più utilizzata come lemma, quanto perché diventano sempre più rare le occasioni per poterlo fare.

L’etimologia della parola risale al frutto della terra, ma anche a utile, necessario. Un pasto frugale è dunque quello che contiene prevalentemente frutti della terra, poco elaborati, semplici, ma soprattutto è un pasto utile, privo di componenti superflue.

Quanti di noi possono dire di vivere in modo frugale? Io no di certo!

E non parlo certo solo del cibo. Tutta la nostra vita è infarcita di un’infinità di cose superflue, se non inutili. Una vita frugale dovrebbe essere basata sull’essenzialità, dovrebbe essere una vita piena, perché guidata dallo sforzo di rendere ogni nostra azione utile. Non esclude il divertimento e lo spasso, anche queste componenti sono utili, ma elimina le azioni stupide, dannose, inutili.

La nostra società è oggi l’esatto contrario della frugalità. E’ frivola, barocca, fondata sull’esteriorità e sul consumo del superfluo, dell’inutile.

C’è poco da predicare, tutti contribuiamo a far sì che le cose vadano in questo modo. È molto difficile abituarsi alla frugalità in qualsiasi campo quando per anni, fin dalla nascita, siamo stati abituati ad agire e pensare in maniera del tutto differente.

Le basi stesse della nostra economia rifuggono il concetto di frugalità. Guai ad avere un popolo frugale, i consumi ne sarebbero colpiti fortemente ed un’economia basata sulla crescita continua non può accettarlo.

Ovvio quindi che i messaggi siano improntati a considerare negativamente questa parola ed i concetti che porta con se. Sperando che non arrivi mai il giorno in cui professarla diventi una necessità di vita.