Dopo la morte di Gabriele Sandri sapevo già quali sarebbero state le reazioni.
La mia opinione è in fondo a questo breve articolo, ma non è sullo specifico che voglio dissertare.
Quello che mi colpisce, sempre, quando avvengono fatti del genere, è la quantità di gente che si sente in obbligo di prendere posizione. Ma soprattutto tra loro mi colpiscono quelli che sono affetti da una grave malattia mentale: la certezza assoluta.
Detto questo, vado alle considerazioni personali: TUTTE STRONZATE! Questa merda d’uomo, questo Luigi S., deve andare in galera e ci deve marcire per il resto della sua lurida vita. Lui ha tirato, ha puntato l’arma, verso un auto che era dall’altra parte della carreggiata, in uscita dall’area di servizio opposta, ed ha sparato. La rissa, se mai una rissa c’è stata, era finita. Dov’è l’altra macchina di juventini? Perchè mai, uno che ha appena finito di fare a botte, si è già addormentato, dopo pochi secondi, nell’auto su cui viaggia? Lui non ha sparato in aria, perchè ne la Renault Megane dove viaggivano i ragazzi della Lazio, nè lo stesso Gabbo, volavano in quel momento. Lui ha tirato ad altezza d’uomo, mosso da chissà cosa gli stava dicendo il cervello in quel momento.
(tratto da: C’è solo l’AS Roma)
Vedete come manchi completamente ogni ombra di dubbio? Come chi scrive sia animato dalla rabbia e dalla durezza che solo la certezza può infondere in un uomo? Chi scrive è assolutamente sicuro che l’agente abbia puntato la pistola volontariamente ed abbia sparato ad altezza d’uomo. Non importa se sia vero o meno, ma osservate invece la sicurezza quasi mistica di quest’uomo. È solo un esempio preso a caso, non è con lui in particolare che me la prendo, ma con tutte quelle persone che senza reali informazioni, senza essere stati testimoni di un fatto (che peraltro sarebbe difficilmente interpretabile persino dai testimoni), si forma un’assoluta certezza della verità.
Lo facciamo continuamente. Sono soprattutto gli omicidi, le violenze ad attirare i portatori di certezze. Gente che si schiera assolutamente convinta dell’innocenza o della colpevolezza dell’uno o dell’altro.
Questo tipo di certezza mi spaventa a morte. Gente animata da questo sentimento può essere capace di tutto. In nome di un ideale o di una convinzione, quando si è spinti da questo grado di certezza assoluta, si può sterminare un popolo, uccidere o tradire la propria stessa famiglia, perpetrare qualsiasi tipo di efferata violenza.
Certamente l’autore del blog che ho citato non farebbe del male ad una mosca, esprime solo un’opinione, il suo è solo uno stadio leggero e benigno di quella malattia, ma rimane il fatto che nel suo scrivere traspare il suo essere assolutamente e gratuitamente certo della colpevolezza di un uomo, senza nessuno spazio per l’errore e la conseguente pietà.
Non so cosa sia veramente successo ieri, nella migliore delle ipotesi l’agente di polizia ha fatto una gran cazzata, pagata con la vita da Gabriele e che anche lui probabilmente dovrà pagare duramente. L’ipotesi peggiore, che lui abbia deliberatamente mirato ad un bersaglio dall’altra parte dell’autostrada, mi sembra inverosimile per tanti motivi, che non vi sto ad elencare perché dovrebbero essere a tutti assai chiari, ma per fortuna non sarò io a dover giudicare.
Saranno importanti le valutazioni sul comportamento di questa persona fino ad oggi, sembrerà strano ma la gente non impazzisce da un giorno all’altro e le teste calde sono ben conosciute nell’ambiente della Polizia. È anche vero ciò che molti paventano, e cioè una certa tendenza a coprirsi le spalle tra membri delle forze dell’ordine, ma lo stesso comportamento è comune a tutti i gruppi sociali. In ogni caso ci sarà un’inchiesta e sia l’attenzione dei media che quella della famiglia di Gabriele dovrebbero rendere difficile coprire la realtà dei fatti. Qualcuno alla fine deciderà.
Nel frattempo sarebbe saggio sospendere qualsiasi giudizio e riservare la nostra silenziosa comprensione ad entrambe le famiglie che oggi, in modo certamente diverso, stanno soffrendo.
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