Bersani si appresta a fare un altro minuscolo passettino verso la liberalizzazione del mercato dei medicinali, consentendo la vendita dei farmaci che richiedono ricetta anche in alcune strutture esterne alle farmacie.

Ed ovviamente si scatenano i farmacisti.

Parliamoci chiaro, se fossi farmacista lo farei anche io, ma ciò non toglie che si tratta di una categoria per la quale resta molto difficile provare simpatia.

D’altra parte c’è poco da ragionare e discutere. Se la torta non fosse tanto ricca perché mai questa resistenza alla liberalizzazione? C’è da supporre che ancora oggi avere una farmacia sia più o meno come avere in giardino un paio di alberi che fruttificano oro. Qualcuno ha dubbi a riguardo?

La controproposta dei farmacisti è risibile, 2000 nuove farmacie sono poche, magari 1000 all’anno per i prossimi venti anni, anzi fin quando nessuno voglia più licenze…

Il governo è debole, probabilmente dovrà trattare, e noi dovremo continuare a pagare, almeno fin quando qualcuno non farà qualche azione a livello europeo, costringendoci ad aprire il mercato completamente, magari anche alle farmacie online.

Ed a quel punto saremo l’unico paese che non ha in casa un competitor in grado di fare mercato.

Come sempre.