pacco.pngProprio in questo momento finisce la puntata di stasera di Affari Tuoi, il gioco dei pacchi.

Io sono qui sul tavolo del salotto col mio bravo portatile e poco più in là il televisore rumoreggia.

Il concorrente di stasera, come immagino sarà accaduto  già chissà quante volte, ha accettato un premio consistente, 150.000 euro in questo caso, rinunciando inconsapevolmente al super premio di 500.000 euro, la cifra che era contenuta nel suo pacco.

Il gioco dei pacchi è in qualche modo imparentato con un gioco che vedevo fare da bambino nelle fiere di paese, quello delle buste.

Arrivava un signore con un furgoncino, preparava una specie di cerchio e un palchetto pieno di premi, e cominciava la sua arringa. Come nel gioco dei pacchi anche in  questo caso c’erano dei contenitori, le buste, dentro i quali era scritto il nome di un premio. Poteva essere un orsacchiotto, una bottiglia di liquore, un televisore a colori (che all’epoca era un gran premio). Oppure una delle tante paccottiglie da poche lire: radioline, lampade, gadget.

Le buste venivano vendute con una gestione alla “mercante in fiera“, tutte, fino all’ultima, non ricordo quante, forse una trentina, forse quaranta.

Poi il gestore cominciava a ricomprare le buste, oppure ad aprirle e distribuire i premi, secondo un’abile strategia volta a minimizzare le vincite della gente. Era una delizia starlo a guardare, ci passavo serate intere, e si imparava molto sulla gente. Quasi mai il televisore veniva assegnato, ma il gioco aveva una certa onestà di fondo, la busta col televisore era nelle mani di qualcuno che avrebbe potuto incassare il suo premio, sempre.

Il gioco dei pacchi in TV non è così onesto. Solo uno dei partecipanti gioca, così raramente il pacco con i soldoni si trova davvero in lizza. Ma non è questo che mi infastidisce di più.

No, la cosa che mi disturba è la sensazione che i concorrenti siano scelti seguendo vari criteri, ma sempre con un aspetto in comune: il bisogno reale di soldi.

Mi direte che tutti abbiamo bisogno di soldi, sempre, ma non è proprio vero. Cinquecentomila euro possono far comodo a chiunque, e così anche centomila, ma per alcune persone centomila euro sono una cifra immensa, una cifra che comunque cambia la vita; invece per altri possono rappresentare uno sfizio, ma non certo un evento significativo.

Beh la mia impressione è che ad Affari Tuoi ci siano sempre e solo persone che di quei soldi hanno un gran bisogno, persone per le quali centomila euro, ma anche cinquantamila, sono una cifra enorme.

E per questa gente vincere cinquecentomila euro diventa impossibile, anche quando hanno in mano il maledetto pacco fortunato. Per loro il gioco, già poco onesto, diventa del tutto sbilanciato. Quando ti offrono centomila euro, o centocinquantamila, non puoi rischiare ed andare avanti, perché se ti capita il pacco sfigato sai benissimo che per tutto il resto della tua vita ripensando a quel momento starai male. E non importa che anche rinunciando alla vincita maggiore avrai rimpianti, perché comunque avrai avuto una vincita immensa lo stesso.

E così il master del gioco ha vita facile e ti fotte.

Ecco cos’è questo gioco: una bella lezione di vita, dove chi ha in mano il gioco vince sempre e ti fotte, anche quando hai tutte le carte buone in mano, sempre.

E per questo io lo odio.