mulini.pngAahh, ma quanto mi piacciono queste cose, roba da non crederci.

Prendete il messaggio che qualche giorno fa l’amministratore delegato di Enel ha lanciato durante un convegno. Io ho avuto modo di interagire con Fulvio Conti in passato e vi posso assicurare che non è uno stupido. Sono quindi sicuro che il messaggio era ben pesato e pensato e il luogo non era casuale. Un seminario organizzato dai deputati dell’Ulivo, riuscite ad indovinare a chi fosse diretto il messaggio?

Ovviamente Conti fa il suo mestiere, che è quello di AD di Enel, mica fa politica. E da bravo manager ha i suoi problemi a dirigere la barca, come d’altra parte accade spesso in questi frangenti.

Ma cosa dice il messaggio di Enel? Sostanzialmente una sola cosa, detta attraverso più modalità.

Sono convinto di avere il dono della sintesi, quindi provo ad usarlo. Il messaggio di Fulvio Conti dice più o meno questo: “Lasciateci lavorare“, e non mi sento di dargli torto.

Il messaggio può piacere o meno, ma si dettaglia in una serie di notazioni:

  • Gli impianti di stoccaggio. Enel ne chiedeva l’ampliamento, maggiore stoccaggio significa maggiori possibilità di gestire emergenze e crisi. Il ministro Pecorario Scanio nega di aver ridotto gli impianti di stoccaggio: “Nessuna riduzione di impianti di stoccaggio gas è stata fatta dal ministero dell’Ambiente”. Ma Conti non dice che sono stati diminuiti, chiede di poter aumentare gli stoccaggi….
  • I rigassificatori. Conti ci dice che i rigassificatori non influiranno sul prezzo dell’energia. Anche avendo più fornitori il prezzo non scenderà. Non è un’affermazione banale, in genere in un mercato mettendo più fornitori in concorrenza il prezzo si abbassa, ma questo non può accadere (secondo Conti) per il mercato del petrolio/gas. Qui le regole saltano. Nonostante questo è importante farli (i rigassificatori) perchè aumentano la flessibilità della struttura di produzione dell’energia e ci rendono meno sensibili a crisi locali.
  • Il carbone. Nei giornali non viene citato alcunchè sul carbone da parte di Conti, ma si tratta ovviamente di un argomento che non ha bisogno di parole. E’ la naturale conseguenza degli allarmi lanciati. Se non possiamo avere stoccaggi sufficienti, se non possiamo ridurre i costi aumentando la concorrenza, dovremo farlo utilizzando materiali meno costosi, come il carbone.

Tutto il discorso ruota quindi intorno al perenne scontro tra esigenze ambientali ed esigenze energetiche, conflitto che al momento non pare poter essere risolto con fonti di energia alternative a quelle tradizionali, neanche con tutta la buona volontà.

Il messaggio è stato sicuramente raccolto, ma non mi è chiaro a questo punto quali saranno gli sviluppi futuri. Di certo il governo dovrà gestirlo, poichè situazioni gravi che si dovessero verificare nella fornitura di energia in questo inverno dopo l’allerta lanciato da Conti ricadrebbero direttamente sulle spalle del governo stesso.

La partita è molto difficile, ma la politica potrebbe fare molto, volendo.

Prima di tutto “oliando” i meccanismi di autorizzazione e sviluppo delle imprese già decise come la realizzazione di gassificatori. Quindi superando gli impedimenti ambientali legati agli stoccaggi (o forse è meglio bruciare più carbone?).

Ma sopra ad ogni cosa appare essenziale sviluppare una politica energetica che guardi con razionalità e freddezza al futuro, predisponendo il paese ad affrontare gli sviluppi di un mercato caratterizzato dall’utilizzo di risorse limitate (gas, petrolio etc), fornitori inaffidabili (mondo arabo, russia etc), utilizzatori sempre più affamati di risorse (india, cina etc).

La diminuzione dei consumi, l’utilizzo intensivo di forme alternative di produzione, l’eliminazione degli sprechi, saranno in un vicino futuro strumenti da utilizzare non tanto per salvaguardare l’ambiente, ma per difendere il tenore di vita degli stati occidentali. Potrebbe essere una battaglia impossibile da vincere, ma certamente ignorare il problema non aiuta. Va capito che non si tratta di qualcosa che ricade nell’ordinaria amministrazione, siamo già in emergenza.

E l’Italia al momento non mi sembra uno dei paesi che si stia preparando a combattere nel migliore dei modi….