Della sanità italiana si dice tutto il male possibile, e sui media di fa festa quando c’è una bella notizia sulla mala sanità…
Io non sono un esperto e non voglio parlare come tale.
Però nell’ultimo semestre ho avuto a che fare con varie strutture sanitarie, un paio di ospedali, laboratori….
Può darsi che sia stato fortunato, o che semplicemente abbia frequentato solo strutture dalle qualità sopra la media, ma sta di fatto che la mia esperienza è stata estremamente positiva.
Certo non tutto era perfetto. Non sono cieco, ho visto i materiali troppo economici a volte utilizzati (più per esigenze di budget che per cattiva volontà). Ho visto le infermiere straniere (per carità niente contro di loro ma capirsi era difficile) assunte per risparmiare, o forse perchè di italiani disposti a fare tre turni di seguito per poche lire cominciano a non trovarsene più…
Ma ho visto anche grande professionalità, abilità, gentilezza, e in certi casi ho recivito conforto morale e umano da persone che mi erano del tutto sconosciute. E in certi momenti vi assicuro che un sorriso amico fa davvero bene.
Io credo che la nostra sanità sia certamente migliorabile e che sicuramente ci siano certe zone e certe situazioni di degrado a cui si dovrebbe mettere mano (parlo in particolare di alcune zone del sud soggette al tristissimo fenomeno della migrazione sanitaria), ma penso che fondamentalmente il nostro sia un sistema che può funzionare e che dovremmo cercare di preservare e migliorare. Vale la pena difenderlo.
Chiudo con un ringraziamento a tutti coloro che lavorano nelle strutture ospedaliere.
Per fare i medici, gli infermieri, si deve essere dotati di grande cuore, o di nessun cuore. Si dice che con gli anni ci si abitua a tutto, che si diventa refrattari al dolore degli altri. Io non credo che sia così e la mia esperienza mi conferma questa mia impressione.
Io non credo che ce la farei… perciò grazie, di cuore…
Purtroppo l’Italia… è lunga. Anch’io ho avuto esperienze positive nelle strutture sanitarie della mia regione, la Romagna. Ma so che al sud non è così. Basta vedere la forte emigrazione sanitaria “sud-nord”, con famiglie intere costrette a lunghe e tremende trasferte per stare vicine ad un loro caro ammalato.
Sono d’accordo con te: chi lavora nel settore, oltre che operare “secondo scienza e coscienza”, deve avere molto coraggio e, specialmente, un grande cuore. Quando tu, ammalato-utente, ti trovi di fronte questi “Angeli”, li riconosci “a pelle”.
Saluti da Cristella