Il problema energetico legato al consumo di petrolio è ormai sempre più reale. Anche se il grande lavoro di ricerca ha continuato a rimandare la fine delle riserve petrolifere ritengo improbabile che le stesse siano infinite, anche di fronte alla grande espansione dei consumi nei paesi emergenti.
La ricerca di fonti alternative spazia in ogni direzione, e di tanto in tanto compare all’orizzonte un’altra possibilità.
Di questa non avevo mai sentito parlare. Certo sapevo della possibilità di utilizzare semi oleosi come combustibili, e il mais è uno di questi, ma non avevo mai letto nulla sulla Camelina.
La Camelina è una pianta piuttosto antica coltivata in passato a fini alimentari.
Ora il suo utilizzo sembra ideale per la produzione di combustibile soprattutto per le caratteristiche della pianta che la rendono adatta alla coltivazione in luoghi piuttosto ostili ad altre varietà. Questo la renderebbe economicamente vantaggiosa rispetto ad altre coltivazioni.
Come potete capire una coltivazione economicamente vantaggiosa potrebbe spingere ad un utilizzo piuttosto ampio di questi oli combustibili.
Una cosa che trovo divertente è che l’olio che se ne ricava contiene anche fattori nutritivi importanti come gli Omega-3, il che potrebbe rendere ancora più redditizia la produzione, nel caso in cui alla vendita di combustibile si affiancasse quella di preparati alimentari.
Vedremo nei prossimi anni se questa sarà una delle carte giuste da giocare nella partita energetica mondiale.
Fonti: Treehugger, RealCities, purdue.edu
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